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Avatar di Claudio Milano

Io ormai da diversi anni a questa parte evito il centro città come la peste, in auto. Se posso non ci voglio andare. E quando ci devo andare per impegni o lavoro, posteggio lontano, prendo la linea gratuita ( gratuita!) messa a disposizione dal comune per diminuire il traffico del centro e mi ci lascia proprio davanti. All’inizio era snobbata da tutti. Ultimamente vedo che sempre più gente ha capito che non è da sfigati ( e nemmeno da stupidi, perché il rischio era di passare per stupidi agli occhi degli amici ) prendere il bus e soprattutto una linea gratuita che ti copre 1/2 km di tratta dal terminal al centro e ti lascia nei punti più strategici.

Ancora domina la mentalità del prendo l’auto anche per andare a comprare il pane vicino casa e soprattutto del posteggio difronte alla porta del negozio in cui devo andare a far shopping a tutti i costi, anche in doppia fila se necessario.

C’è sicuramente molta strada(!) da fare ma qualcosina piano piano si sta muovendo.

Intanto benedico la linea gratuita che in parte aiuta a detrafficare una parte di città che soffre terribilmente per la congestione di auto che vi transitano!

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Avatar di Andrea M. Alesci

Grazie per il lavoro che fate, puntate preziosa.

Io sono tornato da poco dal Giappone (Tokyo, Kyoto, Osaka) con un sacco di memorie e appunti visivi proprio sulla progettazione urbana.

Soprattutto a Tokyo ho trovato strade sicure e accessibili per chi cammina, va in bici, su una sedia a ruote o spinge passeggini; macchine più strette delle nostre, meno spazio proprio per le macchine, quasi nessun parcheggio, tantissime bici attrezzate, ciclabili in ambo i sensi nelle strade a senso unico per i mezzi a motore.

E poi vabbe', c'è la metro di Tokyo che è un'esempio di educazione civica sotto ogni punto di vista.

Anche qui in Europa abbiamo tanti esempi di mobilità urbana che funzionano: assorbire queste virtuosità è necessario per cambiare lo stato delle cose. E continuare a parlarne è una delle prime cose che possiamo fare 😊.

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Avatar di Elena Resta

Grazie per aver sollevato un punto così cruciale. Evidenziate in modo lucido e coraggioso il legame tra sicurezza stradale, scelte politiche e dinamiche sociali, e la parte sulla 'conservazione della quantità di moto' è un ottimo spunto per rendere il tutto più comprensibile.

Vivo sulla mia pelle le questioni che sollevate. Abito in un comune di 32.000 abitanti nella provincia di Ravenna, un'area che negli ultimi anni ha subito quattro alluvioni e una quasi-alluvione. Qui il trasporto pubblico è quasi inesistente, a parte qualche collegamento scarso tra i centri principali, e questo spinge le persone a usare l'auto per tutto. Un circolo vizioso che si lega direttamente al consumo di suolo per costruire parcheggi, strade e centri commerciali, riducendo drasticamente le aree verdi che potrebbero assorbire l'acqua.

Quando chiediamo alle amministrazioni locali di investire in una mobilità più sostenibile, magari limitando il traffico privato, la risposta è quasi sempre che queste sono soluzioni applicabili solo alle grandi città. Ma come dite, questo è un ragionamento fallace.

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Avatar di Elisa Gallo

Grazie, come sempre ottimi contenuti in questa newsletter 🙏

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