10 Commenti
Avatar di User
Avatar di Valerie Sara Tonolli

Ci sono casi in cui cambiare il proprio stile di vita è più conveniente e semplice di quello che si voglia ammettere. È noto che a livello individuale modificare la propria dieta è una delle scelte migliori per ridurre il peso che esercitiamo sulla capacità del pianeta di sostenerci.

Nel nostro contesto geografico e sociale, molte persone non potranno permettersi un'auto elettrica, ma tutte possono scegliere di mangiare meno prodotti di origine animale, anche solo per uno o due giorni a settimana (lungi da me proporre idee "estremiste" come nutrirsi di una dieta vegana o vegetariana). È sano per il corpo e il pianeta, conveniente per il portafoglio e collettivamente manda chiari segnali a industrie e governi sulle abitudini in evoluzione. Peccato che, come ho notato spesso, dietro un apparente "non posso" si celi uno spudorato "non voglio perché mi piace troppo il formaggio".

Expand full comment
Avatar di Stefania Magnani

Grazie di questo articolo.

Io ho più volte esortato ciascuno a fare la propria parte, non in un'ottica di colpevolizzazione (perché siamo onesti, lo so anche io che il fatto che io mi muova coi mezzi pubblici non cambia le sorti del pianeta), ma di dare l'esempio ad altri, proprio perché se dal basso si adottano certi comportamenti, "l'alto" a un certo punto non può ignorarli più e qualcosa deve cambiare. Se smettiamo di comprare al supermercato merci che sono più imballaggio che cibo, quelle merci sperabilmente scompariranno,per esempio. Se cominciamo a muoverci in massa in biciletta, arriverà qualche candidato sindaco che farà le piste ciclabili, se non altro per prendere voti...

Aiuta anche a non far prendere le persone dallo sconforto, a mio parere.

Expand full comment
Avatar di Nina Grenzwert

Grazie per questo articolo che non si limita a sostenere l'una o l'altra delle due opposte tesi sui comportamenti individuali, ma fa lo sforzo di descrivere la complessità della situazione.

Mi sembra comunque che tenere presenti alcuni indicatori, anche se discutibili e limitati, sia ugualmente importante.

La mia esperienza per esempio è che, quando l'Europeo quadratico medio comincia a inveire indignato sulla Cina, casca poi dalle nuvole se gli si fa presente che l'impronta ecologica (cioè non il carbon footprint ma l'ecological footprint che è un parametro più significativo) media pro capite di un cinese è molto, molto più bassa di quella di, per dire, uno svedese. Perché appunto i fattori strutturali sono determinanti e contano più delle scelte di lifestyle buone soprattutto per vantarsi con gli amici. E noi, autoproclamata punta di diamante dell'umana civiltà, stiamo strutturalmente vivendo al di sopra delle possibilità del pianeta.

Expand full comment
Avatar di Giancarlo Brunelli

Sicuramente la responsabilità maggiore ricade su chi ci governa ed amministra.

C'è purtroppo troppo legame con i potentati legati alle fonti fossili e una impostazione economica basata sul "dio" denaro e non su madre natura.

Speriamo in un cambiamento ma la vedo ormai dura

Expand full comment
Avatar di Italo Pelinga

Sicuramente quanto sostenuto nell'articolo corrisponde alla realtà. Tuttavia anche questo discorso può essere a sua volta una "trappola". Se il mondo è "complicato e pieno di storture" spesso l'assunzione di responsabilità personale diventa un imperativo etico indipendentemente dalla percentuale di efficacia dei propri comportamenti virtuosi. Insomma se è necessario che i "grandi responsabili" dell'inquinamento cambino strada, non possiamo prendere la loro indifferenza come alibi per non fare la nostra parte.

Expand full comment
Avatar di Simone Fontana

Sono d’accordo, l’impegno individuale è indispensabile per molte ragioni, non ultima quella di spianare la strada ad azioni politiche di più ampio respiro. L’articolo non vuol essere un inno al disimpegno, quanto un invito a prendersi un’ulteriore responsabilità: quella di chiedere a gran voce i cambiamenti strutturali che permetterebbero alle nostre azioni personali di fare davvero la differenza

Expand full comment
Avatar di Manuel

Mi sento un pò meno "solo": da anni sostengo una tesi simile, e quando la espongo mi prendono per un barbaro consumista insensibile ai problemi del mondo.

A me è *sempre* sembrato ovvio che la mia immondizia (parecchi chili l'anno, e chi lo nega?) non è nemmeno paragonabile a quella di una piccola azienda (parecchi chili al giorno), e basterebbe cambiare soggetto delle campagne di sensibilizzazione per ottenere vantaggi immediati e tangibili.

Poi, da questa discussione se ne originano altre: la spinta verso l'elettrico (condivisibile, e chi lo nega?) accompagnata però da prezzi non sostenibili se non da una minima parte della popolazione (quella più agiata); e le uniche alternative elettriche sostenibili economicamente provengono da una di quelle nazioni che inquina di più, e quindi acquistare queste soluzioni alimenterebbe un'industria meno sostenibile... un bel grattacapo, che non dovrebbe ricadere sul consumatore finale, che ha solo il suo potere d'acquisto come determinante alla scelta.

Expand full comment
Avatar di Michele Antenucci

Bell’articolo. Si colloca giustamente tra il dovere ed il piacere, tra il rispetto di chi ce la mette tutta e chi vorrebbe ma non può, più di tanto. Grazie ☺️

Expand full comment
Avatar di Ruggyf

Insomma, gira e rigira si arriva sempre al singolo sul quale si scaricano colpe e obblighi.

Certo che proporre ancora l'auto elettrica, come parte della soluzione, mi fa sorridere vista la tecnologia tutt'altro che green di questi veicoli pseudo ecologici.

In realtà non esiste nessuna soluzione, con tutta nostra buona volontà possiamo al massimo rallentare l'inquinamento ma il disastro ambientale, con il relativo conto da pagare, prima o poi arriverà.

La nostra "specie" non è compatibile con il pianeta, possiamo metterci tutta la nostra buona volontà ma la Natura non ci vuole, non gli serviamo, non abbiamo ruolo ne scopo, qualsiasi altra specie vivente sulla terra, ha il privilegio di avere una precisa utilità, che viene svolta senza alcuna emissione dannosa integrandosi perfettamente in un disegno che non ci comprende.

Quindi continuiamo pure la guerra dei "chi può" contro "chi non può", aspettando serenamente l'inevitabile, ma almeno si abbia il coraggio di evitare le ipocrisie con articoli come questo.

Expand full comment
Avatar di Simone Fontana

Ciao Ruggyf, l’obiettivo dell’articolo era proprio quello di disinnescare la narrazione che fa sentire il singolo individuo responsabile per tutti i mali del pianeta. Al tempo stesso credo sia importante continuare a fare la propria parte, anche nel piccolo, ma sempre e solo in base alle proprie possibilità

Expand full comment